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O somma sapienzia, quant'è l'arte

Che mostri in cielo in terra e nel mal mondo, E quanto giusto tua virtù comparte! I' vidi per le coste e per lo fondo Piena la pietra livida di fori

D'un largo tutti, e ciascuno era tondo. Non mi parén meno ampj nè maggiori, Che quei che son nel mio bel san Giovanni Fatti per luogo de' battezzatori.

stava

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L'un de gli quali, ancor non è molt'anni,
Rupp' io per un che dentro vannegava:
E questo fia suggel ch'ogni uomo sganni.
Fuor de la bocca a ciascun soperchiava
D'un peccator li piedi, e de le gambe.
Infino al grosso, e l'altro dentro
Le piante erano accese a tutti intrambe:
Perchè si forte guizzavan le giunte,
Che spezzate averian ritorte e strambe.
Qual suole il fiammeggiar de le cose unte
Muoversi pur su per l'estrema buccia,
Tal era li da' calcagni a le punte.
Chi è colui, maestro, che si cruccia
Guizzando più che gli altri suoi consorti
Diss'io, e cui più rossa fiamma succia?
Ed egli a me: se tu vuoi ch'i' ti porti
Là giù per quella ripa che più giace,
Da lui saprai di se e de' suoi torti.

Ed io tanto m'è bel, quanto a te piace:
Tu se' signore, e sai ch'i' non mi parto
Dal tuo volere, e sai quel che si tace.
Allor venimmo in su l'argine quarto:
Volgemmo e discendemmo a mano stanca
Là giù nel fondo foracchiato ed arto.
E'l buon maestro ancor da la sua anca
Non mi dipose, sin mi giunse al rotto
Di quei che sì piangeva con la zanca.
O qual che se' che 'l di su tien di sotto,
Anima trista, come pal commessa,

Comincia' io a dir, se puoi, fa motto. Io stava come 'l frate che confessa

Lo perfido assassin, che poi ch'è fitto, Richiama lui, perchè la morte cessa: Ed ei gridò: se' tu già costi ritto, Se'tu già costi ritto, Bonifazio? Di parecchi anni mi menti lo scritto. Se tu si tosto di quell' aver sazio

Per lo qual non temesti torre a 'nganno La bella donna, e di poi farne strazio? Tal mi fec'io qua' son color che stanno, Per non intender ciò ch'è lor risposto, Quasi scornati, e risponder non sanno. Allor Virgilio disse: dilli tosto,

Non son colui, non son colui che credi.
Ed io risposi com a me fu imposto:

Perchè lo spirto tutti storse i piedi:
Poi sospirando e con voce di pianto
Mi disse: dunque che a me richiedi ?
Se di saper ch'io sia ti cal cotanto,
Che tu abbi però la ripa scorsa,
Sappi ch'io fui vestito del gran manto:
E veramente fui figliuol de l'orsa,
Cupido si per avanzar gli orsatti,
Che su l'avere, e qui me misi in borsa.
Di sott' al capo mio son gli altri tratti
Che precedetter me simoneggiando,
Per la fessura de la pietra piatti.
Là giù cascherò io altresì quando

Verrà colui ch' io credea che tu fossi,
Allor ch'i' feci 'l subito dimando.

Ma più è'l tempo già che i piè mi cossi,
E ch'io son stato così sottosopra,
Ch'ei non starà piantato co' piè rossi:
Che dopo lui verrà di più laid' opra

Di ver ponente un pastor senza legge, Tal che convien che lui e me ricuopra. Nuovo Jason sarà, di cui si legge

Ne' Maccabei: e come a quel fu molle Suo re, così fi' a lui chi Francia regge. Io non so s'i' mi fui qui troppo folle : Ch'i' pur risposi lui a questo metro: Deh or mi dì quanto tesoro volle

Nostro Signore in prima da san Pietro,
Che ponesse le chiavi in sua balía?
Certo non chiese, se non, Viemmi dietro.
Nè Pier nè gli altri chiesero a Mattia
Oro o argento, quando fu sortito
Nel luogo che perdè l' anima ria.
Però ti sta, che tu se' ben punito,
E guarda ben la mal tolta moneta
Ch'esser ti fece contra Carlo ardito:
E se non fosse ch'ancor lo mi vieta
La reverenzia de le somme chiavi
Che tu tenesti ne la vita lieta,
I'userei parole ancor più gravi;

Che la vostra avarizia il mondo attrista
Calcando i buoni, e sollevando i pravi,
Di voi pastor s'accorse 'l Vangelista,
Quando colei che siede sovra l'acque,
Puttaneggiar co' regi a lui fu vista:
Quella che con le sette teste nacque,
E da le diece corna ebbe argomento,
Fin che virtute al suo marito piacque.
Fatto v'avete Dio d'oro e d'argento:
E che altro è da voi a l'idolatre,
Se non ch'egli uno, e voi n'orate cento?
Ahi Costantin, di quanto mal fu matre,
Non la tua conversion, ma quella dote
Che da te prese il primo ricco patre!

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E mentre io gli cantava cotai note,
O ira o coscienzia che 'l mordesse,
Forte spingava con ambo le piote.
I credo ben ch' al mio duca piacesse,
Con si contenta labbia sempre attese
Lo suon de le parole vere espresse.
Però con ambo le braccia mi prese,

E poi che tutto su mi s'ebbe al petto,
Rimonto per la via onde discese:
Ne si stancò d'avermi a se ristretto,
Sin men' portò sovra 1 colmo de l'arco
Che dal quarto al quinto argine è tragetto.
Quivi soavemente spose il carco

Soave per lo scoglio sconcio ed erto, Che sarebbe a le capre duro varco: Indi un altro vallon mi fu scoveito.

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