Che tutto l'oro ch'è sotto la luna, Quanta ignoranza è quella che v'offende! Or vo' che tu mia sentenza ne 'mbocche: Colui lo cui saver tutto trascende., Fece li cieli e diè lor chi conduce, Di gente in gente, e d'uno in altro sangue, : Ched è occulto com'in erba l'angue. Si spesso vien chi vicenda consegue, Quest'è colei ch'è tanto pósta in croce E anche vo'che tu per certo credi, Che sotto l'acqua ha gente che sospira, Ne l'aer dolce che dal sol s' allegra, D Quest' inno si gorgoglian ne la strozza, Che dir nol posson con parola integra. Così girammo de la lorda pozza Grand' arco tra la ripa secca e 'l mezzo, Con gli occhi volti a chi del fango ingozza: Venimmo appiè d'una torre al dassezzo. 淡淡淡 Allora stese al legno ambe le mani: CANTO OTTA VO. I'Dico seguitando, ch' assai prima Che no fussimo al piè de l'alta torre, Gli occhi nostri n'andar suso a la cima. Per duo fiammette che vedemmo porre, E un'altra da lungi render cenno, Tanto ch'a pena I potea l'occhio torre. Ed io rivolto al mar di tutto' senno Dissi; questo che dice? e che risponde Quell'altro fuoco ? e chi son que' che il fenno? Ed egli a me: su per le sucide onde Che si corresse via per l'aer snella, Disse lo mio signore, a questa volta: E poi mi fece entrare appresso lui, De l'acqua più che non suol con altrui. Ma tu chi se', che si se' fatto brutto? |