Gerusalemme liberata, Volume 1R. Zotti, 1817 |
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ajuto Alcandro alcun alfin allor alma altrui Amor anco Antiochia appo Argante armata arme armi Armida Asia audace avea Baldovin Boemondo campo cavalier Chè che'l ciel Circasso Clorinda colpo Cristiani desío destra destrier dolce duce Dudon Egitto elmo empio fero feroce ferro fiede Franchi fugge furor genti Gerusalemme GERUSALEMME LIBERATA gira Goffredo gran grida Guelfo guerra guerrier impresa indi Inferno intanto intorno invitto Ismeno lieto loco LXVI LXXI LXXVI medesmo merto mille mira mortali morte mostra mura nemico notte occhj omai onor opra opre oste Pagan Palestina parla passi pensier percosso periglio petto piaga piè pio Buglione pogna poscia pregio puote Quinci quivi ragion Re Norvegi regno Rinaldo sangue scudo sdegno seco sembiante Signor sovra spada stuolo suon superbo Tancredi Tortosa tosto turba usbergo vede veggio volgo volse volto volve vuò
Fréquemment cités
Page 116 - Their dread commander ; he, above the rest In shape and gesture proudly eminent, Stood like a tower ; his form had yet not lost All her original brightness, nor appeared Less than archangel ruined, and the excess Of glory obscured...
Page 51 - 1 vulgo uscì soletta, non coprì sue bellezze, e non l'espose; raccolse gli occhi, andò nel vel ristretta, con ischive maniere e generose. Non sai ben dir s'adorna, o se negletta: se caso od arte il bel volto compose; di natura, d'Amor, de' cieli amici le negligenze sue sono artifici.
Page 91 - Ferirsi a le visiere, ei tronchi in alto volaro e parte nuda ella ne resta; che, rotti i lacci a l'elmo suo, d'un salto (mirabil colpo!) ei le balzò di testa; e le chiome dorate al vento sparse, giovane donna in mezzo '1 campo apparse.
Page 57 - Amico, altri pensieri, altri lamenti ( Per più alta cagione il tempo chiede. Che non pensi a tue colpe, e non rammenti Qual Dio prometta ai buoni ampia mercede? Soffri in suo nome, e fian dolci i tormenti, E lieto aspira alla superna sede. Mira il ciel coin' è bello, e mira il sole, Ch'a se par che n'inviti, e ne console. XXXVII Qui il vulgo de...
Page 117 - Tartarei numi, di seder più degni là sovra il sole, ond'è l'origin vostra, che meco già da i più felici regni spinse il gran caso in questa orribil chiostra; gli antichi altrui sospetti ei fieri sdegni noti son troppo, e l'alta impresa nostra. Or Colui regge a suo voler le stelle, e noi siam giudicate alme rubelle.
Page 93 - Van le percosse vote Talor che la sua destra armata stende; Ma colpo mai del bello ignudo volto Non cade in fallo, e sempre il cor m'è colto.
Page 2 - Sai che là corre il mondo, ove più versi Di sue dolcezze il lusinghier Parnaso...
Page 146 - Usa ogn'arte la donna, onde sia colto ne la sua rete alcun novello amante ; né con tutti, né sempre un stesso volto serba, ma cangia a tempo atti e sembiante. Or tien pudica il guardo in sé raccolto, or lo rivolge cupido e vagante: la sferza in quegli, il freno adopra in questi, come lor vede in amar lenti o presti.
Page 125 - ... tesori d'amore ei suoi nasconde: Dolce color di rose in quel bel volto fra l'avorio si sparge e si confonde, ma ne la bocca, onde esce aura amorosa, sola rosseggia e semplice la rosa.
Page 221 - Aura spira da voi che mi ricrea e mi conforta pur che m'awicine: così a mia vita combattuta e rea qualche onesto riposo il Ciel destine, come in voi solo il cerco, e solo parmi che trovar pace io possa in mezzo a l'armi.