voyageur étonné ne sait plus si ce fut une rose: telle est une jeune vierge, tandis que, sous la garde d'une mère tendre et vigilante, elle ferme son cœur aux amoureux desirs; mais si les regards voluptueux d'un jeune amant portent dans ses sens tous les feux de l'amour, et si, sage et craintive, elle se voit forcée de dérober à tous les yeux les cruels tourments qu'elle endure, infortunée! elle se consume, perd sa beauté, et pour jamais s'envole loin d'elle la saison fleurie des amours. LA ROSA E LO SPINO. Quanto si mostra men, tanto e più bella. (TASSO.) CINTA In denso cespo ascosa, Si folta ricoprivala. La siepe d' ogn' intorno, Già dai sottili screpoli Del bel cespuglio ombrifero L' impaziente Vergine E incomincio la semplice Crudel chiamollo e barbaro E ingloriosa e inutile Taci, con tuono rigido Grido lo spino, e pesa Se del Merigge fervido Chi dag!' insulti copreti Taci, ed ama la rustica Nè sai quanti pericoli Tace, ma freme tacita, Fra se si lima e rode, E invoca il tuono e il turbine Sul suo crudel custode. Ma intanto ecco il sollecito Villan col ferro in mano, Che monda dagl' inutili Germogli il verde piano; E già la falce rigida- Invece allor di piangere Già cade in tronchi lacero Dai duri impacci libera A lei d' intorno scherzano Ma, oh Dio, l' ore piacevoli Da lungi ecco che mirala Ratta lo segue l' avida Sozza Lumaca ancora, L' intride, e la divora. Arsa dal Sol scolerasi Pria d' esser ben fiorita; Invano allor la misera Chiede allo Spino aita. Già secca, esangue e pallida Perde il natio vigore; « Oh Donzellette semplici >> Voi che sicure e liete >> Di saggia madre provida >> Sotto del fren vivete; « Se il giogo necessario >> Mai vi sembrasse grave, >>> Nella Rosa specchiatevi, » E vi parrà soave. » (LORENZO PIGNOTTI, Favola X.) 1 |