La Gerusalemme liberata, Volume 1

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Crapart, Caille e Ravier, 1805

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Page 179 - 1 Ciel benigno ascolta affettuoso alcun prego mortale, che venga in queste selve anco tal volta quegli a cui di me forse or nulla cale; e rivolgendo gli occhi ove sepolta giacerà questa spoglia inferma e frale, tardo premio conceda...
Page 77 - Ma quando il sol gli aridi campi fiede Con raggi assai ferventi , e in alto sorge, Ecco apparir Gerusalem si vede, Ecco additar Gerusalem si scorge: Ecco da mille voci unitamente Gerusalemme salutar si sente.
Page 104 - Sì penetrar nella vietata parte . Ivi si spazia, ivi contempla il vero Di tante meraviglie a parte a parte: Poscia al desio le narra e le descrive, E ne fa le sue fiamme in lui più vive. XXXIII. Lodata passa e vagheggiata Armida Fra le cupide turbe^ e se n'avvede: Nol mostra già, benchè in suo cor ne rida, E ne disegni alte vittorie e prede.
Page 98 - Orrida maestà nel fero aspetto terrore accresce, e più superbo il rende: rosseggian gli occhi, e di veneno infetto come infausta cometa il guardo splende, gl'involve il mento e su l'irsuto petto ispida e folta la gran barba scende, e in guisa di voragine profonda s'apre la bocca d'atro sangue immonda.
Page 104 - Ma nella bocca , ond' esce aura amorosa , Sola rosseggia e semplice la rosa. XXXI Mostra il bel petto le sue nevi ignude , Onde il foco d' amor si nutre e desta : Parte appar delle mamme acerbe e crude , Parte altrui ne ricopre invida vesta : Invida, ma s' agli occhi il varco chiude , L' amoroso pensier già non arresta ; Che non ben pago di bellezza esterna , Negli occulti secreti anco s
Page 176 - O padre, or che d'intorno d'alto incendio di guerra arde il paese, come qui state in placido soggiorno senza temer le militari offese?
Page 60 - Amico, altri pensieri, altri lamenti, per più alta cagione il tempo chiede. • Che non pensi a tue colpe e non rammenti qual Dio prometta ai buoni ampia mercede? Soffri in suo nome e fian dolci i tormenti, e lieto aspira a la superna sede. Mira il ciel come è bello e mira il sole ch'a sé par che n'inviti e ne console. — z88 XXXVII Qui il vulgo de' pagani il pianto estolle, piange il fedel ma in voci assai più basse.
Page 30 - Tu, magnanimo Alfonso, il qual ritogli al furor di fortuna e guidi in porto me peregrino errante, e fra gli scogli e fra l'onde agitato e quasi absorto, queste mie carte in lieta fronte accogli, che quasi in voto a te sacrate i
Page 75 - O de' liquidi laghi alberga il fondo, E chi si giace in tana, o in mandra ascoso, E i pinti augelli, nell'obbh'o giocondo, Sotto il silenzio de' secreti orrori, Sopian gli affanni, e raddolci'ano i cori.
Page 152 - Volgendo gli occhi ov' è colei sul colle. Poscia immobil si ferma, e pare un sasso, Gelido tutto fuor, ma dentro bolle: Sol di mirar s'appaga, e di battaglia Sembiante fa che poco or più gli caglia.

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