La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, Volume 1Presso L. Ciardetti, 1823 |
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Alcandro alcun alfin allor altrui Amor anco Antiochia Argante armati arme Armida Aronte audace avea Baldovin Boemondo campo capitan cavalier ch'a ch'al ch'è ch'egli ch'in ch'io ciel Circasso Clorinda consiglio Cristiani crudo d'alto destra destrier dolce duce Dudon Erminia Eustazio fero feroce ferro fiede Franchi fugge furor genti Gerusalemme GERUSALEMME LIBERATA Goffredo gran grida Guelfo guerra guerrier guisa indi insieme intanto Ismeno l'alma l'altro l'arme l'ira lieto loco LXVII LXXII LXXVI medesmo merto mille mira mortali morte mostra mura nemico nobil notte novella occhi omai onor Pagan Palestina parla passi pensier percosse periglio petto piaga piè pio Buglione ponno poscia pregio pria pugna puote Quinci quivi ragion Re Norvegi regno Rinaldo sangue scudo sdegno seco secura sembiante serba signor Soliman sovra spada stuolo suon superbo Tancredi Torquato TORQUATO TASSO Tortosa tosto turba vede virtù volge volto volve XLVI
Fréquemment cités
Page 68 - Ma quando il sol gli aridi campi fiede Con raggi assai ferventi, e in alto sorge, Ecco apparir Gerusalem si vede, Ecco additar Gerusalem si scorge, Ecco da mille voci unitamente Gerusalemme salutar si sente. Così di naviganti audace stuolo Che mova a ricercar estranio lido, E in mar dubbioso, e sotto ignoto polo Provi l...
Page 45 - Amico, altri pensieri, altri lamenti Per più alta cagione il tempo chiede. Che non pensi a tue colpe, e non rammenti Qual Dio prometta ai buoni ampia mercede? Soffri in suo nome, e fian dolci i tormenti; E lieto aspira alla superna sede. Mira il ciel com'è bello, e mira il sole Ch'a se par che n'inviti e ne console. XXXVII. Qui il vulgo de' Pagani il pianto estolle: Piange il Fedel, ma in voci assai più basse.
Page 2 - O Musa tu , che di caduchi allori Non circondi la fronte in Elicona , Ma su nel cielo infra i beati cori Hai di stelle immortali aurea corona ; Tu spira al petto mio celesti ardori , Tu rischiara il mio canto, e tu perdona Se intesso fregi al ver, s' adorno in parte D'altri diletti, che de
Page 2 - Tu, magnanimo Alfonso, il qual ritogli Al furor di fortuna, e guidi in porto Me peregrino errante, e fra gli scogli E fra l'onde agitato e quasi absorto, Queste mie carte in lieta fronte accogli, Che quasi in voto a te sacrate i
Page 2 - 1 vero condito in molli versi I più schivi allettando ha persuaso : Così ali' egro fanciul porgiamo aspersi Di soave licor gli orli del vaso; Succhi amari ingannato intanto ei beve , E dall
Page 65 - Era la notte allor ch'alto riposo Han l'onde ei venti, e parea muto il mondo; Gli animai lassi, e quei che '1 mare ondoso, O de' liquidi laghi alberga il fondo, E chi si giace in tana, o in mandra ascoso, E i pinti augelli nell'oblio profondo Sotto il silenzio de' secreti orrori Sopian gli affanni, e raddolciano i cori.
Page 22 - E di Blesse e di Turs, in guerra adduce. Non è gente robusta o faticosa, Sebben tutta di ferro ella riluce. La terra molle e lieta e dilettosa Simili a se gli abitator produce.
Page 199 - Vedendo quivi comparir repente l'insolite arme, sbigottir costoro; ma gli saluta Erminia, e dolcemente gli affida, e gli occhi scopre ei bei crin d'oro: — Seguite, dice, avventurosa gente al Ciel diletta, il bel vostro lavoro; ché non portano già guerra quest'armi a l'opre vostre, ai vostri dolci carmi.
Page 96 - ... sdegni noti son troppo, e l'alta impresa nostra; or Colui regge a suo voler le stelle, e noi siam giudicate alme rubelle.
Page 203 - La fanciulla regal di rozze spoglie s'ammanta, e cinge al crin ruvido velo; ma nel moto de gli occhi e de le membra non già di boschi abitatrice sembra.